• Bollo e concessioni governative

    Elenco avvocati Ente autonomo regionale: niente bollo sulla domanda

    Con Risposta a interpello n 448 del 18 ottobre le Entrate chariscono un caso particolare di imposta di bollo.

    Nel dettaglio l'istante con determinazione ha approvato il «Regolamento per l'istituzione, la gestione, l'utilizzo, l'aggiornamento e  la revisione dell'elenco degli avvocati e per il conferimento di incarichi stragiudiziali, di consulenza legale o di patrocinio in giudizio dell'[Istante]» (

    La  costituzione  dell'elenco  è  realizzata  mediante  l'acquisizione  delle  manifestazioni  di  interesse  da  parte  dei professionisti  interessati,  a  seguito  di pubblicazione dell'avviso pubblico permanente per la costituzione di una short list di avvocati. 

    Al  riguardo  viene  evidenziato  che nel  Regolamento,  l'avviso  pubblico  per  la  costituzione  di  un  elenco  aperto  di avvocati  destinato  al  conferimento  incarichi  di  patrocinato, assistenza o consulenza legale, pubblicato l'11 novembre 2022, all'articolo 5  dispone che «la manifestazione di interesse a pena di esclusione, deve essere redatta nelle forme di cui agli artt. 46 e 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 e ss.mm.ii., sottoscritta digitalmente dal professionista e corredata da bollo»

    Premesso  quanto  sopra,  l'Istante «chiede se la manifestazione di interesse all'iscrizione all'elenco […] possa essere legittimamente soggetta alla marca da bollo e se sia corretto chiederne l'apposizione a pena di esclusione dalla procedura, oppure se, al contrario, il pagamento dell'imposta di bollo non sia dovuta». 

    Le entrate con  riferimento  al  caso  rappresentato,  osservano che la  legge regionale istituisce l'Agenzia istante  «quale organismo tecnico della Regione dotato di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile. 

    All'[Istante] è attribuita l'erogazione dei servizi per il lavoro e la gestione delle misure di politica attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione disciplinati dalla presente legge, nonché, tutti gli altri compiti in materia di lavoro a essa affidati dalla Giunta regionale. 

    L'[Istante] svolge la propria attività in conformità alla programmazione regionale e agli indirizzi deliberati dalla Giunta regionale ed è soggetta al controllo e alla vigilanza di cui alla legge regionale 15 maggio 1995, n. 14 (Indirizzo, controllo, vigilanza e tutela sugli enti, istituti e agenzie regionali), e successive modifiche ed integrazioni.

    L'[Istante], nell'esercizio delle sue funzioni, può operare in regime di convenzione  con le università e con qualificati organismi di ricerca pubblici e privati e, su richiesta di soggetti pubblici o privati, è autorizzata a svolgere servizi non istituzionali con oneri  a carico dei richiedenti». 

    In  base all'articolo  2  dello  statuto, l'Agenzia  ha come fini istituzionali quelli «disciplinati dalla L.R. XXX, nonché, tutti gli altri compiti in materia di lavoro a essa affidati dalla Giunta regionale». 

    Dalla descritta disciplina emerge che l'Agenzia, dotata di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile, costituisce soggetto autonomo e distinto rispetto alla Regione. 

    Nell'ambito  delle  proprie  attività istituzionale, l'Istante,  con  determinazione ha  adottato il Regolamento che «disciplina la procedura di acquisizione delle manifestazioni di interesse presentate da professionisti, finalizzata alla formazione di un elenco ufficiale di avvocati del libero foro, nonché le modalità ed i criteri per il conferimento degli incarichi di patrocinio, assistenza e consulenza legale a favore dell'[Istante]» (cfr. articolo 1). 

    Detto Regolamento all'articolo  2  stabilisce  che:  «Non  disponendo l'[Istante]  di una avvocatura interna, è necessario procedere alla individuazione di professionisti legali esterni» (cfr. comma 1); ­ «Al fine di conferire gli incarichi […] viene costituito un elenco suddiviso per sezioni […] di professionisti iscritti all'albo degli avvocati» (cfr. comma 2); ­ «L'iscrizione all'elenco avviene su domanda degli interessati presentata secondo le scadenze e modalità previste da un apposito avviso pubblico e dal presente regolamento» (cfr. comma 3).

    Il successivo articolo 3 dispone che «L'iscrizione all'elenco avviene su domanda  del singolo professionista […] redatta su apposito schema ai sensi del d.P.R. n. 445/2000» (cfr. comma 1) e il successivo articolo 4 che «I professionisti che intendono manifestare la propria disponibilità ad essere inseriti nell'elenco dovranno presentare» la documentazione richiesta tra cui rientra anche il «modulo di domanda debitamente  compilato e sottoscritto con firma digitale, completo di marca da bollo annullata,redatto sotto forma di dichiarazione sostitutiva ai sensi del d.P.R. 445/2000». 

    L'agenzia ricorda che l'imposta di bollo è disciplinata dal d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642, che all'articolo 1  dispone  che  «Sono soggetti all'imposta […] gli atti, documenti e registri indicati nell'annessa tariffa». 

    Relativamente agli atti indicati nella tariffa, ai sensi dell'articolo 3 del predetto d.P.R., l'imposta di bollo si applica fin dall'origine alle istanze dirette «agli uffici e agli organi anche collegiali dell'Amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni […] tendenti ad ottenere un provvedimento amministrativo», nella misura di euro 16 per ogni foglio.

    Al riguardo, nell'ipotesi oggetto del quesito, l'Agenzia, in quanto  operante  quale  soggetto  autonomo  e distinto dalla Regione, non è dovuta l'imposta di bollo. 

  • Bollo e concessioni governative

    Imposta di bollo virtuale: cosa fare se versata in eccesso

    Con Risposta a interpello n 350 del 19 maggio 2023 le Entrate chiariscono un caso di riliquidazione dell'imposta di bollo assolta in modo virtuale, ai sensi degli articoli 15 e 15-bis, del d.P.R. n. 26 ottobre 1972, n. 642, con versamento in eccesso e sinteticamente affermano che non è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva poiché nel caso di specie sono scaduti i termini.

    Vediamo come recuperare i maggiori importi versati.

    L'Istante chiede di conoscere la corretta procedura da seguire per emendare una dichiarazione dell'imposta di bollo assolta in modo virtuale ai sensi degli articoli 15 e 15-bis del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642 (di seguito anche "d.P.R. n. 642/72") che il contribuente riscontri non corretta, dopo la scadenza del termine ultimo per l'invio. 

    In particolare, chiede di conoscere come vada operativamente gestito il caso in cui la correzione dell'errore determini un maggior credito/minor debito in capo al contribuente e quale sia la corretta procedura per recuperare quanto indebitamente versato. 

    Le entrate ricordano che l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, stabilisce che l'imposta di bollo può essere assolta in modo virtuale, su richiesta degli interessati, per determinati atti e documenti, definiti con appositi decreti ministeriali (decreti 7 giugno 1973, 25 luglio 1975, 31 ottobre 1981, 10 febbraio 1988 e 24 maggio 2012).

    In particolare, il soggetto interessato deve chiedere una preventiva autorizzazione all'Ufficio competente, presentando apposita domanda corredata da una dichiarazione da lui sottoscritta, contenente l'indicazione del numero presuntivo degli atti e documenti che potranno essere emessi e ricevuti durante l'anno.

    A partire dall'anno solare che segue il primo periodo di operatività del pagamento in modo virtuale, il soggetto autorizzato, alle previste scadenze, presenta all'Ufficio una dichiarazione contenente l'indicazione del numero degli atti e documenti emessi nell'anno precedente, distinti per voce di tariffa, e degli altri elementi utili per la liquidazione dell'imposta, nonché degli assegni bancari estinti nel suddetto periodo. 

    Sulla base dei dati indicati in tale dichiarazione, l'Ufficio, previ gli opportuni riscontri, procede alla liquidazione definitiva a consuntivo dell'imposta dovuta per l'anno precedente, imputando la differenza a debito o a credito alla rata bimestrale scadente a febbraio o a quella successiva.

    La liquidazione definitiva, ragguagliata e corretta dall'ufficio in relazione a eventuali modifiche della disciplina o della misura dell'imposta, viene assunta come base per la liquidazione provvisoria per l'anno in corso

    Ciò premesso, la soluzione ai quesiti posti dall'Istante impone di definire chiaramente i confini e i termini della possibilità di presentare una "dichiarazione sostitutiva", come esposto dalle istruzioni per la compilazione della dichiarazione dell'imposta di bollo assolta in modo virtuale, richiamate dallo stesso Istante. 

    Occorre preliminarmente precisare che, come evidenziato diversamente da quanto indicato nelle istruzioni per la compilazione del modello dichiarativo allegate al Provvedimento del 17 dicembre 2015, quelle attualmente in vigore, emanate con Provvedimento del 25 settembre 2019, non prevedono un termine ultimo entro il quale inviare detta dichiarazione sostitutiva. 

    Le istruzioni chiariscono, infatti, che la dichiarazione sostitutiva, con "cui si intende rettificare o integrare una dichiarazione dello stesso tipo già presentata", "sostituisce integralmente la precedente dichiarazione inviata" senza precisare, come invece effettuato nelle precedenti versioni del modello, che la stessa deve essere presentata "prima della scadenza del termine di presentazione della dichiarazione consuntiva"

    Pur riconoscendo la portata generale della disciplina sul ravvedimento operoso (articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997 come modificato dalla legge 23 dicembre 2014 n. 190 – legge di stabilità 2015), che opera nello specifico ambito sanzionatorio, comportando un affievolimento delle misure punitive applicabili a fronte delle violazioni amministrative tributarie, e pur condividendo che per effetto di tale disciplina si deve ritenere applicabile, anche ai fini dell'imposta di bollo assolta virtualmente, la possibilità di correggere errori o omissioni che hanno determinato un minore debito d'imposta attraverso la presentazione di una dichiarazione sostitutiva entro il termine di decadenza dell'azione accertativa (cfr. al riguardo quanto chiarito nella Circolare 16/E del 14 aprile 2015 a proposito dell'omessa presentazione della dichiarazione di conguaglio), tuttavia il richiamo alla suddetta normativa non appare conferente nell'ipotesi in cui il contribuente intenda correggere, con il medesimo strumento, eventuali errori o omissioni commessi a proprio danno. 

    La disciplina della dichiarazione integrativa a "favore", contenuta negli artt. 2, comma 8, e 8, comma 6-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998 n. 322, nella formulazione vigente a seguito dell'emanazione dell'articolo 5, del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193 convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2016, n. 225 è infatti applicabile, esclusivamente, alle dichiarazioni presentate ai fini 

    • (i) delle imposte sui redditi, 
    • (ii) dell'imposta regionale sulle attività produttive, 
    • (iii) dei sostituti d'imposta e
    • (iv) dell'imposta sul valore aggiunto. 

    La predetta elencazione riveste carattere tassativo.

    Ne deriva che, in assenza di una previsione normativa specifica, la disciplina della dichiarazione integrativa a favore non può trovare applicazione ai fini dell'imposta di bollo assolta in modo virtuale

    Per quanto attiene alle modalità di recupero dell'imposta di bollo corrisposta dall'istante per l'annualità 2021, si ritiene che gli importi versati possano essere chiesti a rimborso mediante apposita istanza, da presentarsi ai sensi dell'articolo 37 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642, entro il termine di decadenza di tre anni a decorrere dal giorno in cui è stato effettuato il pagamento. 

    Detta imposta non può invece essere compensata con i versamenti dell'imposta di bollo da effettuare nel 2022. 

    Le previsioni recate dall'articolo 15, comma 6, e 15-bis del d.P.R. n. 642/72, richiamate dall'Istante, sono volte a disciplinare specifiche ipotesi (credito risultante dalla dichiarazione annuale e versamento dell'acconto dell'imposta di bollo) in cui l'imposta versata può essere scomputata dai versamenti dell'imposta di bollo da effettuare e, pertanto, la loro applicazione non può essere estesa, in via interpretativa, a fattispecie differenti, come quella oggetto di esame nel presente interpello (in senso conforme si veda quanto chiarito nella Risoluzione n. 84/E del 16 settembre 2014).

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  • Bollo e concessioni governative

    Imposta di bollo forfettaria: si applica sulle copie telematiche

    Con Risposta a interpello n 170 del 6 aprile 2022 le Entrate chiariscono dettagli sull'applicazione dell'imposta di bollo su copie rilasciate per via telematica e documenti in pdf.

    L'Agenzia, alla luce del quadro normativo di riferimento riepilogato nella risposta, in generale, ritiene che l'imposta di bollo:

    • sia "dovuta nella misura forfettaria di euro 16,00 a prescindere dalla dimensione del documento", ai sensi del citato articolo 4, comma 1-quater della Tariffa, Parte I, allegata al d.P.R. n. 642 del 1972, per i documenti rilasciati "per via telematica anche in estratto o in copia dichiarata conforme all'originale a coloro che ne abbiano fatto richiesta" e, dunque, "se prodotti in conformità alle linee guida" come disposto dal sopra citato articolo 23- bis del CAD e dalle regole tecniche dettate dal d.P.C.M. 13 novembre 2014, sopra menzionate.

    Se i documenti non posseggano tali caratteristiche, gli stessi scontano l'imposta ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della Tariffa allegata al d.P.R. n. 642 del 1972 che prevede il pagamento nella misura di euro 16,00 per ogni foglio

    Pertanto, chiarisce l'Agenzia delle Entrate, al fine di stabilire in quale misura detta imposta vada determinata e, in particolare, se possa applicarsi secondo un importo forfetario, è necessario che le copie si qualifichino come documenti informatici rilasciati "per via telematica" secondo le disposizioni del CAD e delle relative regole tecniche dettate nel d.P.C.M. del 13 novembre 2014, il semplice invio di un documento in formato "pdf" a mezzo di posta elettronica non può ritenersi tale.

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  • Bollo e concessioni governative

    Bollo: si applica concessione di posteggio attività su suolo pubblico rinnovate d’ufficio

    Con Risposta a interpello n 573 del 30 agosto le entrate specificano che il Comune istante che provvede ad emettere un'ulteriore provvedimento di rinnovo delle concessioni di posteggio per l'esercizio delle attività di commercio su aree pubbliche, autonomo rispetto a quello precedente, sia soggetto all'imposta di bollo.

    In particolare, con interpello un Comune fa presente che sta provvedendo al rilascio del provvedimento di rinnovo delle concessioni di posteggio per l'esercizio delle attività di commercio su aree pubbliche ai sensi dell'articolo 181, comma 4-bis, del decreto legge 18 maggio 2020 n. 34, secondo le linee guida del D.M. 25 novembre 2020 e delle D.G.R. Veneto n. 1704 del 2020. 

    Al riguardo, si specifica, che in attuazione delle predette disposizioni statali e regionali, provvede d'ufficio all'avvio del procedimento di rinnovo delle concessione di posteggio di occupazione del suolo pubblico, avente validità dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2032, e alla verifica del possesso dei requisiti necessari all'esercizio dell'attività in capo alle varie ditte. 

    In considerazione di ciò l'istante chiede se per il provvedimento di rinnovo delle concessioni di posteggio per l'esercizio delle attività di commercio su aree pubbliche debba essere corrisposta o meno l'imposta di bollo, trattandosi di un procedimento avviato d'ufficio e non su istanza di parte.

    Le entrate chiariscono che con riferimento all'applicazione dell'imposta di bollo dovuta per le concessioni oggetto d'interpello, appare utile ricordare, che l'articolo 4, comma 1, della tariffa, allegata al d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642, stabilisce che è dovuta l'imposta di bollo, fin dall'origine, nella misura di euro 16,00, per gli, «Atti e provvedimenti degli organi dell'amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, (…) degli enti pubblici in relazione alla tenuta di pubblici registri, rilasciati anche in estratto o in copia dichiarata conforme all'originale a coloro che ne abbiano fatto richiesta.» 

    In linea generale, quindi, i provvedimenti sono soggetti all'imposta di bollo ai sensi dell'articolo 4 della tariffa allegata al d.P.R. n. 642 del 1972, nella misura di euro 16,00, per ogni esemplare.

    Nel caso di specie, non ci sono modifiche alla disciplina fiscale dell'imposta di bollo che, quindi, torna applicabile conformemente a quanto previsto per i provvedimenti di concessione di posteggio già esistenti e rinnovati con provvedimento d'ufficio.

    Anche il provvedimento di rinnovo, spiega l'agenzia, si collega ad un'istanza, che seppur non presentata nuovamente, è stata comunque a suo tempo richiesta alla parte interessata. In altri termini, pur in assenza di un'ulteriore istanza per il rinnovo della concessione, il provvedimento di rinnovo conseguente all'indicato procedimento iniziato d'ufficio trae origine necessariamente da un'istanza/richiesta di parte.

    Per le suesposte considerazioni, pertanto, considerato che il Comune istante provvede ad emettere un'ulteriore provvedimento di rinnovo delle concessioni di posteggio per l'esercizio delle attività di commercio su aree pubbliche, autonomo rispetto a quello precedente, si ritiene che lo stesso sia soggetto all'imposta di bollo ai sensi dell'articolo 4, comma 1 della tariffa, allegata al d.P.R. n. 642 del 1972.

    Allegati:
  • Bollo e concessioni governative

    Imposta di bollo deposito telematico del lodo arbitrale: le modalità di assolvimento

    Con Consulenza Giuridica n 9 del 1 luglio 2021 le Entrate foniscono chiarimenti in merito all'assolvimento dell'imposta di bollo per il deposito telematico del lodo.

    In particolare, secondo l'agenzia non è possibile adempiere tramite F24, in quanto il lodo arbitrale non è uno dei documenti ricompresi nella norma di riferimento. 

    L'istante fa presente che il d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 all'articolo 209, comma 13 stabilisce che il deposito del lodo presso la camera arbitrale è effettuato, a cura del collegio arbitrale, in tanti originali quante sono le parti, oltre a uno per il fascicolo d'ufficio ovvero con modalità informatiche e telematiche. 

    La delibera ANAC Autorità Nazionale Anticorruzione n. 48 del 2019 oltre a fornire le istruzioni per la formazione e il deposito telematico del lodo, indica le modalità per l'assolvimento dell'imposta di bollo di cui all'articolo 20 della tariffa, parte prima, allegata al d.P.R. n. 642 del 1972.

    Nello specifico la predetta delibera ha stabilito che, per il deposito telematico del lodo, "L'imposta di bollo dovrà essere assolta in modo virtuale, in applicazione dell'art. 15 del d.P.R. n. 642/1972 e secondo le modalità attuative previste dai vigenti provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate 

    In particolare, dovranno essere riportati sul documento la modalità di assolvimento virtuale dell'imposta di bollo e gli estremi dell'autorizzazione rilasciata dalla Direzione dell'Agenzia delle Entrate territorialmente competente. 

    L' istante aggiunge che la predetta modalità di deposito costituisce una innovazione ma appare complicata, "in quanto è pensata in relazione a contribuenti che mettono un numero elevato di atti all'anno, tra i quali non possono includersi gli arbitri.

    Pertanto, chiede di conoscere se per il deposito telematico del lodo, l'imposta di bollo possa essere assolta in alternativa alla modalità del contrassegno telematico o la modalità virtuale stabilita dall'articolo 15 del citato d.P.R. n. 642 del 1972, mediante l'utilizzo del modello di versamento F24, previa indicazione del codice tributo stabilito dall'Agenzia delle entrate.

    L’amministrazione finanziaria esclude la possibilità di utilizzo del modello F24 per il deposito del lodo e ricorda che tale possibilità, con modalità esclusivamente telematica utilizzando il codice tributo 2501, è prevista solo per la casistica elencata dal DM 17 giugno 2014 che disciplina le modalità di assolvimento degli obblighi fiscali relativi ai documenti informatici rilevanti ai fini delle disposizioni tributarie. 

    L’Agenzia precisa che per documenti informatici fiscalmente rilevanti, ai fini dell'applicazione dell'imposta di bollo nei modi previsti dal Dm, devono intendersi:

    • i libri e registri di cui all'articolo 16,lettera a), della tariffa, parte prima, allegata al Dpr n. 642/1972 
    • le fatture, note e simili di cui all'articolo 13, comma 1, della tariffa, parte prima, allegata al Dpr 

    L'Agenzia ritiene per il deposito telematico del lodo, l'imposta di bollo può essere assolta tramite il contrassegno telematico o secondo la modalità virtuale.

    Nell'ipotesi in cui l'utente intenda assolvere l'imposta di bollo in modo virtuale, deve presentare agli uffici dell'Agenzia delle entrate territorialmente competenti apposita richiesta di autorizzazione, nonché porre in essere gli adempimenti richiesti dall'articolo 15 del d.P.R. n. 642 del 1972. 

    Qualora invece non intenda adottare la modalità virtuale, l'imposta di bollo deve essere assolta mediante versamento ad un intermediario convenzionato con l'Agenzia delle entrate, che rilascia l'apposito contrassegno. L'utente che intende assolvere l'imposta di bollo mediante contrassegno, potrà comprovare l'assolvimento dell'imposta indicando nel documento inviato il codice numerico composto da 14 cifre rilevabili dal contrassegno telematico rilasciato dall'intermediario. 

    L'utente dovrà conservare il contrassegno utilizzato entro il termine di decadenza triennale previsto per l'accertamento da parte delle Entrate