• Legge di Bilancio

    Affrancamento quote OICR: chiarimenti dell’Agenzia

    Con Risposta ad Interpello 19 luglio 2023, n. 391, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito alla possibilità di affrancamento delle quote OICR.

    Nel dettaglio, l'Istante cittadino italiano, era residente fiscalmente nel Regno Unito iscrivendosi all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE).  

    Con decorrenza 2023 egli ha sottoscritto un contratto di locazione di immobile sito in Italia con l'intenzione di risiedervi stabilmente. 

    A seguito di tale trasferimento, cancellandosi dall'AIRE, considerato che trascorrerà in Italia la maggior parte del periodo d'imposta, ai sensi dell'articolo 2 del  Testo unico delle imposte sui redditi approvato con d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 (Tuir) risulterà fiscalmente residente in Italia già a partire da gennaio 2023 

    L'Istante afferma di essere sottoscrittore delle quote di un fondo di investimento alternativo con sede a Malta

    Le quote sono detenute direttamente dall'Istante al 31 dicembre 2022 senza intermediari.

    Da un punto di vista fiscale, trattandosi di un fondo estero, il regime fiscale dei  redditi realizzati in sede di rimborso o cessione e dei proventi percepiti in costanza di partecipazione sarà quello previsto dall'articolo 10­ ter della legge 23 marzo 1983, n. 77. 

    Nel  caso  di  specie, non essendovi alcun intermediario residente tenuto ad applicare le ritenute, come chiarito nella circolare 4 giugno 2013, n. 19/E (paragrafo 3) e nella circolare 10 luglio 2014, n. 21/E del  (paragrafo 3), si applica la previsione di  cui all'articolo 18 del Tuir in base alla quale i redditi di fonte estera sono assoggettati ad  imposizione  sostitutiva  a  cura  del  contribuente  in  sede  di presentazione della  dichiarazione annuale dei redditi con la medesima aliquota prevista  per la ritenuta, sempreché si tratti di proventi non assunti nell'esercizio d'impresa commerciale. 

    Pertanto, a  seguito  del trasferimento della residenza  in Italia,  la fiscalità dei  proventi e delle perdite derivanti dall'investimento verrà gestita direttamente dall'Istante in dichiarazione. 

    Ciò premesso, l'Istante chiede se può esercitare l'opzione per l'''affrancamento'' dei redditi derivanti dalla cessione o rimborso di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ai sensi dell'articolo 1, commi 112 e 113, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023).

    In particolare, chiede se, pur  diventando fiscalmente residente in Italia solo a partire dal 1° gennaio 2023, essendo già in possesso delle quote del  ''sub­fund'' al 31 dicembre 2022 possa esercitare l'opzione per l'affrancamento.

    Le entrate specificano che il parere viene reso nel presupposto assunto acriticamente che il contribuente sia  residente in Italia  nel periodo d'imposta  2023. 

    Viene ricorato che il comma 112 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023 prevede che «I redditi di  capitale  di  cui all'articolo  44, comma 1,  lettera  g),  del  testo  unico  delle  imposte  sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e i redditi diversi di cui all'articolo 67, comma 1, lettera c­ter), del medesimo testo unico derivanti dalla cessione o dal rimborso di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio si considerano realizzati a condizione che, su opzione del contribuente, sia assoggettata ad imposta sostitutiva delle imposte sui  redditi, con l'aliquota del 14 per cento, la differenza tra il valore delle quote o azioni alla data del 31 dicembre 2022 e il costo o valore di acquisto o di sottoscrizione»

    Ai  sensi della  citata  disposizione, pertanto, è  possibile  considerare  realizzati i  redditi derivanti dalla cessione o rimborso di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) possedute alla data del 31 dicembre 2022, mediante il  versamento di una imposta sostitutiva nella misura del 14 per cento

    Condizione necessaria per poter esercitare l'opzione è il possesso delle quote di OICR alla data del 31 dicembre 2022.

    Il successivo comma 113 dispone che «In assenza di un rapporto di custodia,  amministrazione o gestione di portafogli o di altro stabile rapporto, l'opzione è esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa all'anno 2022 dal contribuente, che provvede al versamento dell'imposta sostitutiva entro il termine per il versamento a saldo delle imposte sui redditi dovute in base alla dichiarazione dei redditi. L'opzione si estende a tutte le quote o azioni appartenenti ad una medesima categoria omogenea, possedute  alla data del 31 dicembre 2022 nonché alla data di esercizio dell'opzione». 

    Tenuto conto che, alla data del 31 dicembre 2022, l'Istante, pur non  essendo ancora residente in Italia, possedeva già le quote del ''sub­fund'' e che al momento  del realizzo i predetti redditi saranno imponibili in Italia per effetto del trasferimento in Italia nel periodo d'imposta 2023, si ritiene che possa esercitare l'opzione prevista dal  comma 112, secondo le modalità di cui al successivo comma 113. 

    Pertanto, conclude l'agenzia, in assenza di uno stabile rapporto con un intermediario, il contribuente dovrà esercitare l'opzione presentando la dichiarazione del Redditi Persone Fisiche 2023 (relativa  al  periodo  d'imposta  2022) per:

    • compilare il Quadro  RM sezione XIX
    • e versando l'imposta sostitutiva entro il 30 giugno 2023.
    Allegati:
  • Riforma fiscale

    Riforma fiscale: riscossione e rimborsi più veloci

    In data 12 luglio la Camera ha approvato il testo del Disegno di legge delega per la Riforma Fiscale.

    Tra le altre novità con l’articolo 16 la bozza approvata dalla Camera reca i principi e i criteri direttivi specifici per una revisione del sistema nazionale della riscossione che assicuri una maggiore efficacia, imparzialità ed efficienza.

    Viene evidenziato come, tra le principali misure che il legislatore delegato dovrà assumere di rilievo:

    • una pianificazione annuale delle procedure di recupero da concordare con Ministero dell’economia e delle finanze-MEF;
    • il discarico automatico, al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento, delle quote non riscosse;
    • la salvaguardia del diritto di credito, mediante il tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento, non oltre il nono mese successivo a quello di affidamento del carico,
    • la revisione della disciplina della responsabilità dell’agente della riscossione;
    • la determinazione dei criteri delle quote automaticamente discaricate in ciascun anno da sottoporre al controllo.

    La riforma dovrà prevedere, inoltre:

    • l’incremento dell’utilizzo delle più evolute tecnologie e l’interoperabilità dei sistemi, 
    • la modifica delle condizioni di accesso ai piani di rateazione. La lettera c) del comma 1 prevede che siano modificate progressivamente le condizioni di accesso ai piani di rateazione, in vista di una stabilizzazione a 120 del numero massimo delle rate.
    • il progressivo superamento dello strumento del ruolo e della cartella di pagamento. La lettera dcomma 1 dispone che debba essere potenziata l’attività di riscossione coattiva dell’agente della riscossione, anche attraverso il progressivo superamento dello strumento del ruolo e della cartella di pagamento per le entrate da affidare all’agente della riscossione, al fine di anticipare l’incasso, da parte di quest’ultimo, delle somme dovute dal debitore, riducendo i tempi per l’avvio delle azioni cautelari ed esecutive, anche attraverso la semplificazione del procedimento di cui  all’articolo 29, comma 1, lettera h), del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78;

    La delega dovrà altresì essere esercitata per superare l’attuale separazione tra l’Agenzia delle entrate, titolare della funzione della riscossione, e l’Agenzia delle entrate-Riscossione, soggetto che svolge le attività di riscossione.

    Riforma fiscale: rimborsi più veloci

    La lettera g) del comma 1 dell'art 16 prevede la semplificazione nonché la velocizzazione delle procedure relative ai rimborsi.

    Il Governo, nella relazione illustrativa al disegno di legge, precisa il perimetro della misura sottolineando che il criterio di delega in tema di semplificazione e velocizzazione delle procedure relative ai rimborsi interesserà ad esempio l’IVA rendendo l’ordinamento interno maggiormente aderente ai criteri elaborati dalla Corte di Giustizia, secondo la quale il soggetto passivo dell’IVA che si trovi in una posizione creditoria può, in attuazione del principio di neutralità dell’imposta, richiedere il rimborso dell’IVA a credito, senza che le modalità adottate dagli Stati membri rendano difficile ottenere tale rimborso. 

    In base al criterio di delega potranno, pertanto, essere apportate modifiche alla normativa attuale per consentire al contribuente di ottenere agevolmente e in tempi rapidi il rimborso.

  • Enti no-profit

    Agevolazioni 2023 enti sportivi: la Piattaforma del Dipartimento per lo sport

    Con un avviso di fine giugno il dipartimento per lo sport informa del fatto che, per favorire e semplificare la partecipazione ai Bandi e agli Avvisi da parte dei potenziali beneficiari, il Dipartimento si è dotato di una nuova Piattaforma.
    In particolare, la Piattaforma sarà adattata ai diversi Avvisi che saranno pubblicati dal Dipartimento relativi alle varie agevolazioni in corso a cui gli enti sportivi potranno di volta in volta accedere.

    Bandi e avvisi settore sportivo 2023: l'elenco di quelli attivi

    Dal sito del dipartimento è possibile apprendere che al momento sono disponibili i seguenti bandi e avvisi 2023:

    La Piattaforma è raggiungibile qui: https://avvisibandi.sport.governo.it/ e offre una  GUIDA PER REGISTRAZIONE/LOGIN E PROFILAZIONE ENTE.

    Nel dettaglio, gli enti interessati alla registrazione possono procedere come segue:

    • Entrare nella piattaforma del Dipartimento per lo Sport cliccando qui: https://avvisibandi.sport.governo.it 
    • Effettuare la registrazione/login cliccando in alto a destra su “Accedi all’area personale”:
    • Accedere tramite SPID
    • successivamente sarà possibile effettuare la profilazione dell'ente sempre seguendo i passaggi suggeriti nella guida del Dipartimento dello sport.
  • Dichiarazione 770

    Modello 770/2023: istruzioni per l’invio

    Il modello 770/2023 deve essere utilizzato dai sostituti d’imposta, comprese le Amministrazioni dello Stato, per comunicare in via telematica all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2023

    • i dati fiscali relativi alle ritenute operate nell’anno 2022,
    • i relativi versamenti le eventuali compensazioni effettuate il riepilogo dei crediti,
    • gli altri dati contributivi ed assicurativi richiesti.

    Modello 770/2023: istruzioni per l'invio

    La sezione “Redazione della dichiarazione” del modello 770/2023 contiene le informazioni attinenti la scelta operata in relazione alla predisposizione e all’invio dei dati senza modifiche rispetto allo scorso anno.

    Essa si compone di due parti:

    1. Quadri compilati e ritenute operate, che deve essere utilizzata per indicare i prospetti che compongono la dichiarazione, barrando la relativa casella;
    2. Gestione separata, da compilare se il sostituto intende trasmettere separatamente i flussi riferiti al Mod. 770/2023.

    Nella sezione è presente il campo “Tipologia invio”, da compilare obbligatoriamente al fine di indicare la tipologia di invio che viene effettuata, indicando:

    • codice 1 nel caso in cui il sostituto opti per trasmettere un unico flusso contenente i dati riferiti ai diversi redditi gestiti (lavoro dipendente, lavoro autonomo, capitale, locazione breve e diversi);
    • codice 2 nel caso in cui il sostituto opti per inviare separatamente i dati relativi ai diversi redditi gestiti (lavoro dipendente, lavoro autonomo, capitale, locazione breve e diversi) 

    Attenzione al fatto che quest'anno, nella sezione “Quadri compilati e ritenute operate” è presente, a destra in basso, la nuova casella "Incaricato in gestione separata" da barrare a cura dell’intermediario incaricato.

    In particoalre, la casella va barrata:

    • tanto nell’ipotesi in cui il sostituto abbia aderito alla gestione separata inviando lui una parte dei dati e si sia contestualmente avvalso dell’ausilio dell’intermediario per la trasmissione dell’altra parte dei dati (situazione “mista”);
    • quanto nell’ipotesi in cui il sostituto abbia aderito alla gestione separata affidando a degli intermediari la trasmissione dei dati della dichiarazione (situazione con solo invio dei dati da parte di intermediari).

    Nella sotto sezione “Gestione separata” è presente la casella “Sostituto”, da barrare: 

    • dal sostituto il quale decida di effettuare invii separati, provvedendovi integralmente, 
    • ovvero dall’intermediario qualora il sostituto decida di effettuare invii separati, provvedendovi parzialmente e lasciando dunque ad un intermediario l’onere di inviare la restante parte dei dati.

  • Oneri deducibili e Detraibili

    Spese veterinarie 2023: regole di detrazione

    Le Entrate nella nuova guida 2023 sulle spese sanitarie dedicano un capitolo apposito alle spese per gli animali.

    Nel dettaglio, viene innanzitutto ricordato che per le spese veterinarie spetta una detrazione dall’imposta lorda, pari al 19 per cento, delle spese medesime, calcolata nel limite massimo di euro 550, con una franchigia di euro 129,11

    Spese veterinarie: quando spetta la detrazione

    La detrazione per le spese veterinarie spetta: 

    • al soggetto che ha sostenuto la spesa, anche se non proprietario dell’animale; 
    • per le spese sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva (Circolare 14.06.2001 n. 55/E, risposta 1.4.1). 

    La detrazione, quindi, NON spetta per le spese sostenute per la cura di animali destinati:

    • all’allevamento, 
    • alla riproduzione,
    • o al consumo alimentare,
    • né per la cura di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole né in relazione ad animali utilizzati per attività illecite (decreto ministeriale 6 giugno 2001, n. 289). 

    Detrazione per spese mediche veterinarie: per quali prestazioni spetta

    La detrazione per le spese veterinarie spetta per:

    • le spese relative alle prestazioni professionali del medico veterinario (Circolare 16.11.2000 n. 207, risposta 1.5.3), 
    • per gli importi corrisposti per l’acquisto dei medicinali prescritti dal veterinario e definiti dall’art. 1 del decreto legislativo 6 aprile 2006, n. 193, 
    • nonché per le spese per analisi di laboratorio e interventi presso cliniche veterinarie (Circolare 14.06.2001 n. 55/E, risposta 1.4.2). 

    In analogia con quanto previsto (legge 27 dicembre 2006, n. 296), che ha introdotto nuovi obblighi in materia di certificazione delle spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali, modificando gli artt. 10, comma 1, lett. b), e 15, comma 1, lett. c), del TUIR, anche per le spese sostenute per medicinali veterinari, non è più necessario conservare la prescrizione del medico veterinario (Risoluzione 27.02.2017, n. 24/E). 

    Tuttavia, è necessario che lo scontrino riporti:

    • il codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa,
    • la natura, la qualità e la quantità dei medicinali acquistati (si rimanda alla guida per approfondimenti).

    La detrazione spetta anche per l’acquisto dei farmaci senza obbligo di prescrizione medica, effettuato on-line presso farmacie e esercizi commerciali autorizzati alla vendita a distanza dalla Regione o dalla Provincia autonoma o da altre autorità competenti, individuate dalla legislazione di Regioni o Province autonome. 

    Si precisa che in Italia non è consentita la vendita on line di farmaci che richiedono la prescrizione medica. 

    In analogia a quanto detto per gli integratori alimentari umani (Risoluzione 22.10.2008 n. 396/E), le spese sostenute per i mangimi speciali per animali da compagnia, anche se prescritti dal veterinario, non sono ammesse alla detrazione poiché non sono considerati farmaci, ma prodotti appartenenti all’area alimentare. 

    Spese veterinarie: limiti di detraibilità

    Dall’anno d’imposta 2020 la detrazione per le spese veterinarie spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a euro 120.000; in caso di superamento del predetto limite, la detrazione decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a euro 240.000. 

    La detrazione massima spettante è pari a euro 420,89 x 19 per cento = euro 79,96, arrotondato a euro 80. 

    Il suddetto limite di spesa è riferito alle spese veterinarie complessivamente sostenute dal soggetto che intende usufruire della detrazione, indipendentemente dal numero di animali posseduti (Circolare 14.06.2001 n. 55/E, risposta 1.4.2). 

    Dall’anno d’imposta 2020, la detrazione per le spese veterinarie spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento “tracciabili”, fatta eccezione per le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari o per le prestazioni del medico veterinario rese nell’ambito di strutture pubbliche o di strutture private accreditate al SSN.

    Il contribuente dimostra l’utilizzo di sistemi di pagamento “tracciabili” mediante la relativa annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale, da parte del percettore delle somme che cede il bene o effettua la prestazione di servizio. In alternativa, l’utilizzo di sistemi di pagamento “tracciabili” può essere dimostrato mediante prova cartacea della transazione.

    Spese veterinarie: dove indicarle nel 730/2023

    le spese veterinarie nel Modello 73072023 vanno indicate nel quadro E degli oneri e spese ai righi E8/E10, con il codice "29" (Art. 15, comma 1, lett. c-bis), del TUIR

  • Start up e Crowdfunding

    Misura Smart&Start: 100ML in arrivo per le imprese

    Con Decreto MIMIT dell'11 maggio pubblicato in GU n 159 del 10 luglio si procede alla assegnazione allo strumento  «Smart&Start Italia» di risorse del Programma nazionale «Ricerca, innovazione  e  competitivita'  per  la transizione verde e digitale 2021-2027».

    In particolare, ritenuto opportuno assicurare la  continuità dell'azione di sostegno alla nuova  imprenditorialità innovativa attraverso lo strumento «Smart&Start Italia», nel territorio delle Regioni:

    • Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, 
    • sono assegnate risorse, per un importo pari a euro 100.000.000,00 (centomilioni/00), a valere sul Programma nazionale «Ricerca, innovazione e competitivita' per la transizione verde e digitale 2021-2027», Priorita' 1 «Ricerca, innovazione, digitalizzazione, investimenti e competenze per la transizione ecologica e digitale», Obiettivo specifico 1.3, Azione 1.3.2 «Sviluppo delle PMI e nuova imprenditorialita'».

    Si precisa che con apposita convenzione tra il Ministero e l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.a. – Invitalia, in qualità di Soggetto gestore dello strumento sono definiti i compiti di esecuzione di quest'ultima e determinati i relativi oneri di gestione nel rispetto dei  limiti previsti dall'art. 68, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2021/1960. 

    Il sostegno finanziario  dei  piani  di  impresa presentati nell'ambito dello strumento  «Smart&Start  Italia»  a  valere  sulle risorse di cui al presente decreto è subordinato al rispetto dei criteri  di  selezione  delle  operazioni  del  Programma nazionale «Ricerca, innovazione e competitivita' per la  transizione  verde  e digitale 2021-2027», definiti dal documento approvato dal Comitato di sorveglianza con procedura scritta conclusa il 2 marzo 2023,  nonchè delle ulteriori disposizioni relative all'utilizzo delle risorse  del medesimo Programma.

    Attenzione al fatto che, con successivi provvedimenti del Ministero delle imprese e  del made in Italy, sono fornite le disposizioni di dettaglio in merito ai pertinenti obblighi in capo alle  imprese  beneficiarie in sede  di accesso alle agevolazioni e nelle successive fasi del procedimento di agevolazione o, comunque, funzionali al corretto svolgimento degli adempimenti  connessi  all'utilizzo  delle  risorse  del Programma nazionale «Ricerca, innovazione e competitivita' per  la  transizione verde e digitale 2021-2027», nonche' in merito alle verifiche operate dall'Agenzia. 

    Smart&start: riepilogo delle regole

    Per avere tutti i dettagli della misrua accedi da qui al sito MIMIT.

    Sinteticamente però ricordiamo che la misura agevolativa è riservata alle startup innovative, localizzate su tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese e in possesso dei requisiti di cui all’articolo 25 del decreto-legge n. 179/2012.

    Le startup devono essere costituite da non più di 60 mesi alla data di presentazione della domanda e devono essere classificabili di piccola dimensione.

    Inoltre, possono presentare domanda di agevolazione anche le persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa.

    In tal caso, la costituzione della società deve intervenire entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.

    Possono ottenere le agevolazioni Smart&Start Italia anche le imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede operativa sul territorio italiano.

  • Agevolazioni per le Piccole e Medie Imprese

    Emittenti locali: rimborso 2023 per messaggi campagne elettorali

    In data 10 luglio viene pubblicato in GU n 159 il Decreto 22 maggio 2023 MIMIT- MEF che definisce il riparto regionale dello stanziamento 2023 riconosciuto alle:

    • emittenti radiofoniche 
    • emittenti televisive

    a carattere locale, che accettano di trasmettere messaggi autogestiti, a titolo gratuito, nelle campagne elettorali o referendarie e per la comunicazione politica, ai sensi dell’art. 4 comma 5, legge 22 febbraio 2020, n. 28.

    Si precisa che, dello stanziamento complessivo di euro 1.431.793,00 in favore dell’emittenza locale le risorse sono così ripartite:

    • euro 477.264,34 vengono destinati alle emittenti radiofoniche,
    • euro 954.528,66 alle emittenti televisive,

    In proporzione al numero dei cittadini  iscritti  nelle  liste elettorali di ciascuna regione e provincia autonoma, si  provvede  al riparto della somma stanziata per l'anno 2023 come segue:Il decreto stabilsce che alle emittenti  radiofoniche e televisive  che accettano  di trasmettere messaggi autogestiti a  titolo  gratuito nelle campagne elettorali o  referendarie è riconosciuto,  per  l'anno  2023, il rimborso rispettivamente di:

    • euro 11,58,
    • ed euro  31,38,  

    per ciascun messaggio, indipendentemente dalla sua durata.

  • Riforma fiscale

    Riforma Fiscale: imposte indirette diverse dall’IVA semplificate

    Con la Legge delega approvata alla Camera il 12 luglio si prevedono tra le altre, importanti semplificazioni in tema di imposte indirette diverse dall'IVA.

    Nel dettaglio, l’articolo 10, come modificato dalla Commissione in sede referente, specifica i princìpi e i criteri direttivi relativi ai tributi indiretti diversi dall’IVA, con particolare riferimento:

    • all’imposta di registro, 
    • all’imposta sulle successioni e donazioni 
    • all’imposta di bollo 
    • alle tasse automobilistiche.

    Il comma unico dell’articolo in esame elenca i seguenti princìpi e criteri direttivi:

    1. razionalizzare la disciplina dei singoli tributi, anche mediante l’accorpamento o la soppressione di fattispecie imponibili, ovvero mediante la revisione della base imponibile o della misura dell’imposta applicabile;
    2. prevedere il sistema di autoliquidazione per l’imposta sulle successioni e per l’imposta di registro. Come ricordato dalla relazione illustrativa, sia l’imposta sulle successioni, sia l’imposta di registro sono attualmente liquidate dagli Uffici finanziari;
    3. semplificare la disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali tenendo conto, in particolare, della dematerializzazione dei documenti e degli atti;
    4. prevedere l’applicazione di un’imposta sostitutiva, eventualmente in misura fissa, dell’imposta di bollo, delle imposte ipotecaria e catastale, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie, per gli atti assoggettati all’imposta di registro e all’imposta sulle successioni e donazioni e per le conseguenti formalità da eseguire presso il catasto e i registri immobiliari. L’unicità della obbligazione tributaria e la conseguente semplificazione della modalità del prelievo, soprattutto nell’ipotesi di tassazione in misura fissa, non potrà non avere effetti positivi, sia in termini gestionali per l’Amministrazione finanziaria sia per i contribuenti, i quali avranno così un'unica fonte normativa di riferimento. Si tratterebbe di un intervento radicale sui tributi collegati agli atti di trasferimento di immobili (a titolo oneroso o gratuito) e alle connesse formalità, quali, appunto, la trascrizione e la voltura catastale, tributi che, essendo funzionali alla remunerazione di un servizio reso, vengono spesso corrisposti in misura fissa. Il principio di delega per l’accorpamento dei vari tributi minori in un unico tributo è rivolto non solo a ridurre tutta una serie di adempimenti a carico dei contribuenti, al pari di quello per l’autoliquidazione dell’imposta sulle successioni e dell’imposta di registro, ma, al contempo, a eliminare i c.d. micro-tributi, il cui gettito, come più volte evidenziato, può essere del tutto trascurabile per l’erario;
    5. ridurre e semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti anche mediante l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche e il potenziamento dei servizi telematici;
    1. semplificare le modalità di pagamento dei tributi e assicurare sistemi sempre più efficienti di riscossione anche mediante l’utilizzo di mezzi elettronici di pagamento;
    2. rivedere le modalità di applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari con finalità di semplificazione e con previsione di preventiva richiesta del tributo alla parte soccombente, ove agevolmente identificabile; 
    3. in sede referente, è stato aggiunto il principio volto a riordinare le tasse automobilistiche, anche nell'ottica della razionalizzazione e semplificazione  del  prelievo,  valutando  l'eventuale  e  progressivo superamento dell'addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche. 

     

  • Matrimonio, Unioni Civili e Convivenze di fatto

    Superbonus: spetta anche se abitazione principale “ci diventa” a fine lavori

    Con Risposta a interpello n 377 del 10 luglio le Entrate replicano ad un quesito sul Superbonus e in particolare chiarendo il momento rilevante per la verifica del rispetto del requisito di destinazione ad ''abitazione  principale'' di un'unità immobiliare unifamiliare oggetto di un intervento di  demolizione e ricostruzione ( articolo 119 del decreto legge19 maggio 2020, n. 34).

    L'Istante riferisce di aver acquistato, fruendo dell'agevolazione c.d. ''prima casa'',  un immobile accatastato in categoria A/3 ma descritto come  ''parzialmente crollato e in stato fatiscente, con tetti e solai completamenti crollati'', con ''solo parte delle pareti esterne'' e, pertanto, ''inagibile''.

    Per rendere abitabile detto  immobile, la proprietaria è intenzionata  ad effettuare un intervento di demolizione e ricostruzione e di volersi avvalere, a tal fine, delle agevolazioni cd. Superbonus di cui all'articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio). 

    A tal  fine,  l'Istante dichiara  di  soddisfare  parzialmente  le  condizioni  previste  dalla normativa vigente per accedere al Superbonus in caso di interventi su immobili  unifamiliari, in quanto risulta: 

    • ­ essere titolare di diritto di proprietà sull'unità immobiliare; ­  
    • avere  un  reddito di  riferimento, determinato  ai  sensi  del  comma  8­bis.1  dell'articolo 119 del citato decreto Rilancio, non superiore a 15.000 euro,
    •  però,  evidenzia  di  non  aver  ancora stabilito la propria residenza nello stesso e che ciò potrà avvenire solo al termine  dei lavori di demolizione e ricostruzione. 

    Chiede, pertanto, se possa beneficiare del Superbonus qualora adibisca l'immobile  a propria abitazione principale, stabilendovi anche la propria  residenza, solo alla  fine  degli interventi previsti.

    Le entrate replicano che nello specifico, l'articolo 9, comma 1, lettera a), numero 3), del citato decreto Aiuti­ quater ha  modificato  il  comma 8­ bis dell'articolo 119 del decreto Rilancio, introducendo il terzo periodo, ai sensi del quale per gli interventi avviati a partire dal  1° gennaio 2023 su unità immobiliari dalle persone fisiche al di fuori dell'esercizio di  un'attività d'impresa, arti e professioni, il Superbonus spetta nella misura del 90 per cento delle  spese sostenute entro il  31  dicembre 2023, a condizione che il contribuente  sia titolare di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull'unità immobiliare, che la  stessa unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un  ''reddito di riferimento'', determinato ai sensi del comma 8 ­bis.1 del medesimo articolo  119, non superiore a 15.000 euro. 

    Con  la circolare n.  13/E  del  2023 è  stato,  al  riguardo,  chiarito  che  la  verifica del rispetto dei predetti requisiti costituisce una novità dell'attuale disciplina del Superbonus che riguarda soltanto gli interventi iniziati a partire dal 1° gennaio 2023. 

    In merito al  requisito della destinazione dell'unità  immobiliare  ad abitazione  principale, la circolare chiarisce che possa essere applicata la definizione  del  comma  3­bis  dell'articolo  10 del testo  unico delle imposte  sui  redditi  (TUIR) di  cui  al decreto del presidente della repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, secondo cui «per  abitazione principale si intende quella nella quale la persona fisica, che la possiede a  titolo di proprietà o altro diritto reale, o i suoi familiari dimorano abitualmente. »

    Il medesimo documento di  prassi  ha, inoltre,  chiarito che, qualora  l'unità  immobiliare non sia adibita ad abitazione principale all'inizio dei lavori, il Superbonus spetta per  le spese  sostenute  per i predetti  interventi  a  condizione  che  il  medesimo immobile sia adibito ad abitazione principale al termine degli stessi. 

    La medesima circolare precisa, inoltre, che per «interventi avviati dal 1° gennaio  2023» (di  seguito  anche  interventi  iniziati)  devono intendersi,  in  linea  generale,  gli  interventi  per  i  quali  la  comunicazione  di  inizio  lavori  asseverata  (CILA)  sia  stata presentata a decorrere  dalla predetta  data e la cui  data  di inizio lavori, indicata  nella  medesima CILA, sia successiva al 31 dicembre 2022. 

    Possono rientrare, inoltre, nella  nuova  disciplina  anche gli  interventi  per  i  quali  la presentazione della  CILA sia  antecedente al 1° gennaio 2023, purché il contribuente dimostri che i lavori abbiano avuto  inizio a decorrere dall'anno 2023, circostanza che può essere documentata dalla data di inizio lavori indicata nella CILA o anche mediante un'attestazione resa dal direttore dei  lavori secondo le modalità dell'autocertificazione rilasciata ai sensi dell'articolo 47 del  DPR n. 445 del 2000. 

    Ciò  premesso,  l'Istante,  nel  rispetto di  ogni  altra  condizione e adempimento  previsto  dalla  normativa di riferimento potrà  fruire del Superbonus nella misura del 90 per cento  delle spese  sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, a condizione che l'immobile di proprietà oggetto degli interventi agevolabili sia adibito ad abitazione principale, nel senso sopra  chiarito, al termine degli interventi medesimi.

  • Dichiarazione Redditi Persone Fisiche

    Le imposte indeducibili e quelle parzialmente deducibili sui modelli Redditi 2023

    La dichiarazione dei Redditi, tra le altre cose, è quell’adempimento che per l’impresa fa da raccordo tra la normativa civile e fiscale.

    Per le imprese che redigono il bilancio, e in generale per i contribuenti in contabilità ordinaria, le imposte sono una componente da rilevare in contabilità in base al principio civilistico della competenza economica, a nulla interessando il fatto che queste siano deducibili o meno dal reddito d’impresa.

    Da un punto di vista fiscale il discorso è molto diverso, in quanto la deduzione è regolata dal comma 1 dell’articolo 99 del TUIR, secondo il quale “le imposte sui redditi e quelle per le quali è prevista la rivalsa, anche facoltativa, non sono ammesse in deduzione. Le altre imposte sono deducibili nell'esercizio in cui avviene il pagamento”.

    Quindi, la normativa fiscale dispone che sono indeducibili:

    • le imposte sui redditi (IRES o IRPEF, a seconda del contribuente);
    • le imposte per cui è prevista la rivalsa (IVA ed altre imposte minori).

    Si accompagnano a queste le imposte la cui indeducibilità, parziale o totale, discende non dall’articolo 99 del TUIR ma da altre norme, spesso dalle stesse norme che le hanno istituite.

    Le imposte fiscalmente deducibili dal reddito d’impresa (come ad esempio la TARI), lo sono nell’esercizio in cui avviene il pagamento.

    Alla luce del fatto che la deducibilità fiscale di una imposta non è questione che interessa il bilancio d’esercizio, il quale attrae tutto, alla dichiarazione dei Redditi del contribuente viene affidato il compito di mettere in relazione le due linee normative.

    Il primo ad essere interessato dalla questione è il rigo RF16 del modello Redditi SC 2023, denominato “Imposte indeducibili o non pagate (art. 99, comma 1)”, sul quale il contribuente dovrà esporre l’importo delle imposte rilevate per competenza ma indeducibili, e quelle rilevate per competenza, potenzialmente deducibili, ma non pagate (e quindi deducibili nell’anno fiscale in cui avverrà il pagamento)

    La compilazione del rigo interessa le imposte esposte in Conto Economico; se, per qualsiasi motivo, queste transitano invece solo dallo Stato Patrimoniale (come accade, ad esempio, per l’IVA indetraibile a diretta imputazione del costo del bene capitalizzato), l’esposizione sul rigo RF16 non è prevista.

    Caso più complesso di compilazione del modello Redditi SC 2023 è quello delle imposte parzialmente deducibili, come ad esempio possono essere l’IMU e l’IRAP; in questo caso:

    • sul rigo RF16 sarà indicato l’intero ammontare dell’imposta di competenza (la quota indeducibile maggiorata di quella deducibile), come variazione in aumento;
    • sul rigo RF55, denominato “Altre variazioni in diminuzione”, sarà indicato l’ammontare deducibile dell’imposta, come variazione in diminuzione

    Come già accennato, la questione riguarda generalmente le imprese che redigono in bilancio, le quali, di solito, sono società di capitali, per cui i riferimenti inseriti sono quelli relativi al modello Redditi SC 2023.

    Però le medesime modalità di esposizione in dichiarazione sono previste anche per le società di persone e le imprese individuali in contabilità ordinaria, nei quali casi si adopereranno i righi RF16 e RF55 del modello Redditi SP 2023 e del modello Redditi PF 2023.

    Alle imprese in contabilità semplificata non è richiesta l’indicazione sia della variazione in aumento che di quella in diminuzione, essendo sufficiente esporre, tra le variazioni in diminuzione (al rigo RG22 tra gli “Altri componenti negativi”), la quota deducibile dell’imposta versata.